lunedì 30 marzo 2015

Me?!

Mi presento. Sono Silvia e sono una sognatrice. 23 anni fa sono entrata a far parte di un vasto sistema di cose, e di emozioni che fatico ancora a comprendere. Tutto intorno a me può essere al contempo affascinante, misterioso e terribilmente fastidioso. Ho paura di avvertire troppo il peso di questo Mondo. Tante volte mi vien da pensare che in fin dei conti sono una persona fortunata. Sì che lo sono. Come scrivevo in un momento di pura riflessione natalizia, sono nata bianca, europea, sana, forte, etero, benestante. Non sono nata nera, africana, malata, debole, omo, e povera. Io sono nata con delle fortune. Quando ero piccola mi dicevano che io ero nata fortunata perché sono nata con la cosiddetta camicia, simbolo di fortuna. Ma io quella placenta addosso ce l’ho e l’avrò sempre. E no, non ringrazio il signore per questo, perché non credo ad un essere superiore al uomo che elargisca doni a chi si e a chi no. E non ringrazio nemmeno il fato. Non ringrazio nessuno, se non in parte la mia famiglia, anche se non dipende interamente da loro questa fortuna. Naturalmente una volta messi al Mondo, e questa è una bellissima espressione, dobbiamo decidere noi cosa fare del tempo che ci viene concesso, che come ben si sa è molto labile. Tanto facilmente vien donata, così tanto facilmente vien portato via questa vita . Io sono stata messa al Mondo, e ripeto al Mondo e non in Italia o a San Benedetto, o nel Universo, forse non con uno scopo preciso, ma con una personalità, una potenzialità, dei principi da cui partire per costruire qualcosa. E questo qualcosa spero e credo di costruirlo un po’ alla volta con l’aiuto di chi mi ha dato la vita e non solo. Mi sono saputa e conosciuta. Ho scoperto di essere una persona sensibile. Sensibile rispetto alle piccole e grandi cose con cui ogni giorno ci interfacciamo. Sensibile di fronte a un quadro, a un pezzo di musica classica, sensibile al fruscio del vento che fa danzare la natura, al riso familiare, alla bellezza ma anche sensibile di fronte al orrore, alla tragedia. Mi sento particolarmente emotiva e in empatia con chi soffre. Sento forte in me il desiderio di agire e quindi una costante impotenza, sensazione che riesco ad annullare solo con le buone azioni in funzione di qualcun altro. 

Nessun commento:

Posta un commento